IPOTESI DI      PIANO COMUNALE di Protezione Civile

Sez I Sez. II Sez. III Sez. IV
INDICI DATI GENERALI DEL COMUNE RISCHI E RISORSE PROCEDURE DI INTERVENTO
Sez. V Sez. VI Sez. VII
COMPITI MODELLI RACCOLTA LEGGI

PREMESSA

I rischi naturali accompagnano da sempre la vita dell’uomo. Ad essi se ne sono via via aggiunti altri, sempre più numerosi e pericolosi, connessi alle attività lavorative, alla mancata conservazione del territorio, alla concentrazione abitativa, e così via.

Difendersi da quello che può nuocere alla vita umana ed al sistema sociale é cosa quanto mai istintiva e fondamentale, ma la consapevolezza di questo è alquanto latente nella maggior parte degli individui, salvo darle l'importanza che merita solo dopo che in qualche parte del mondo, in particolare se molto vicino, è avvenuto qualcosa che ha provocato numerose vittime, se ne conoscono cifre e se ne vedono le immagini attraverso i mezzi di comunicazione.
Purtroppo col passare del tempo il fatto accaduto ed i pericoli che ci minacciano vengono dimenticati, la società rimane indifesa a farsi sorprendere dalla prossima fatalità, che colpirà duramente chi si dovesse trovare impreparato.
A differenza di quello che si può pensare della Protezione Civile riguardo alle azioni possibili atte a contrastare un’emergenza, la rapidità e l’efficienza dell’intervento di soccorso, seppure basilari, non sono però il primo obbiettivo da raggiungere. Secondo il parere dello scrivente, quello che invece è veramente importante è il riuscire a mettere in atto un’opera di prevenzione, sola concreta arma in grado di combattere efficacemente i pericoli a cui siamo esposti. Essa non è chiaramente in grado di evitare che gli eventi si verifichino, ma ne determina una sensibilmente riduzione degli effetti, anche se potenzialmente disastrosi.
Si deve ammettere, prendendo per esempio un movimento tellurico, che, a parità di magnitudo, la prevenzione efficace  (nei sistemi di costruzione,  nella loro corretta dislocazione, e così via) da sola farà in modo che gli effetti finali siano diversi: crollerà una percentuale più bassa di edifici, dando perciò a chi vi abita una maggiore probabilità di salvezza, i soccorsi saranno più efficaci avendo minor numero di interventi, e così via.
La “Protezione Civile” efficace deve quindi necessariamente tendere a:
1 > Conoscere la natura dei pericoli;
2 > Rilevare luoghi e fonti di situazioni di rischio;
3 > Minimizzare le possibilità che il rischio diventi disastro;
4 > Preparare la popolazione;
5 > Reagire nel modo più appropriato quando occorre.
I compiti di prevenzione sono demandati agli Enti Pubblici, che li attuano attraverso Leggi e Regolamenti che dobbiamo osservare, e per mezzo dell’attività di controllo operata dalle Strutture e dal Personale Specializzato.
La presente ipotesi di "Piano Comunale di Protezione Civile", nei riguardi dei punti 2° e 5º , ipotizza uno schema operativo, organizzativo e di coordinamento in ambito Comunale, circa l'opera di soccorso a favore della popolazione quando è colpita, od anche solo minacciata, da calamità naturali, catastrofi, incidenti industriali, ed altri, che per gravità od estensione devono essere fronteggiati con mezzi straordinari.
Non sono qui contemplate le ipotesi di intervento che sono affrontate solitamente con l'intervento dei Servizi Tecnici (Vigili del Fuoco), Sanitari o di Polizia presenti sul territorio ed ai quali si fa normalmente ricorso, perchè sono situazioni che non rivestono carattere di "Protezione Civile", anche se la sensibilità e la preparazione delle persone coinvolte, anche in questi casi sono di aiuto .
Per quanto riguarda l'opera di prevenzione, questo Piano cercherà di organizzare una corretta conoscenza del territorio, promuovendo la concentrazione delle notizie sull'esistente e sulle risorse disponibili, ed accorciando pertanto i tempi di reazione della complessa macchina dei soccorsi, anche se parte di Essa giungerà sul posto da lontano.
E’ bene considerare che ogni Piano Operativo di Protezione Civile ha una sua caratteristica costruttiva particolare: quella di voler fissare una linea di comportamento logica, in situazioni che invece tenderanno a rendere l’azione umana caotica, incontrollata ed irrazionale.
Nei casi di intervento, la tendenza di qualcuno di voler a tutti i costi seguire alla lettera uno schema prefissato, può rivelarsi deleteria tanto quanto la più sciagurata impreparazione. E’ bene che durante le azioni di soccorso si guardino le previsioni contenute nel Piano solo come a delle impostazioni preliminari ed a una fonte di utili suggerimenti, badando bene a dare la giusta importanza alla versatilità, vera dote di una struttura di salvataggio, che si deve sempre adattare alla situazione,  momento per momento.

Altra cosa fondamentale, da non dimenticare, é l’esperienza che si accumulerà nelle azioni, sia di preparazione che di soccorso. Questa deve arricchire o correggere quello che non si dimostrerà adeguato alla necessità, in modo che in futuro siano evitate inesattezze, mancanze o sviste che si dovessero manifestare. Ogni suggerimento in questo senso deve avere la rilevanza che merita, andando a perfezionare il Piano.

Vi sono vedute difformi per quanto riguarda l'utilità e l'opportunità che le Organizzazioni di Protezione Civile effettuino prove pratiche sul territorio. A favore della tesi che reputa opportune ed utili le "Simulazioni", Io considero che sia preferibile avere a disposizione un gruppo di lavoro che ha già avuto modo di operare insieme, si conosce almeno parzialmente ed ha già una anche modesta dimestichezza col territorio, ad uno fatto di persone estranee che non si sono mai viste prima.

Il Piano viene diviso per semplicità in 7 Sezioni:
I
Indici
II
   Dati generali del Comune
III
Rischi, Risorse, Organigrammi e Modelli di rilevazione
IV
Procedure d'intervento
V
Descrizione dei compiti
VI
Avvisi ed Ordinanze
VII
Raccolta di Leggi e Normative
Le Sezioni sono dei contenitori dove raggruppare tutto quello che serve. Aggiungere, modificare, sostituire, aggiornare, sono accorgimenti da applicare tutte le volte che lo si riterrà conveniente e migliorativo.
Le pagine sono numerate progressivamente Sezione per Sezione, contraddistinte sia in alto che in basso dal numero romano di Sezione, in alto accompagnato dal Titolo della Sezione, in basso dal numero progressivo di pagina.
In corso dell'aggiornamento dei dati, si potranno inserire nuove pagine oppure eliminarne alcune rese inutili nel corso del tempo.
Per evitare un nuova numerazione nei casi di inserimento, il numero della nuova pagina sarà quello della pagina che precede, seguito da un progressivo frazionale, (esempio: III-32/1, III-32/2, etc.), mentre in caso di eliminazione si provvederà semplicemente a sbarrare e conservare la pagina non più valida indicandone il motivo, la data e la firma del responsabile, per evidenziare l'operazione ed evitare una inutile ricerca successiva di pagine "perse".
Per la gestione dinamica del Piano, durante la stampa, si consiglia di usare le sole facciate destre per poter scrivere su quelle sinistre le annotazioni, i promemoria, i riferimenti, le avvertenze ed ogni altra cosa utile.
Tutta questa Ipotesi di Piano di Protezione Civile potrà essere modificata o completata dal contenuto di altri Piani (ci sono innumerevoli pubblicazioni al riguardo), oppure, se qualcosa di questa Ipotesi sembrerà interessante, potrà servire ad integrarne altre. Non è importante questo o quello purché il Piano adottato sia utile quando serve.
N.d.A.- Chiedo scusa se qualcuno non troverà in questo lavoro tutto ciò che si aspetta: purtroppo l'argomento è molto complesso, l'esperienza dello scrivente è limitata ed il tempo per approfondire la materia non è molto. Chi lavora nel campo è chiaramente avvantaggiato, e potrebbe concludere che questo lavoro contiene errori grossolani. Accetto tutte le critiche se costruttive e se fatte presenti attraverso l'indirizzo di posta elettronica dell'Associazione, dopo di che provvederò alle dovute correzioni. Grazie comunque a tutti.
"LA PROTEZIONE CIVILE OGGI" di E.Pastorelli
Le immagini sono tratte dalle riviste:
"LA PROTEZIONE CIVILE ITALIANA"
"FOCUS"
e dal libro